Cose da Babilonia 2

Qui il matrimonio è una cosa seria, serissima. Allo Sheraton Ishtar di Baghdad ogni giorno c'è un banchetto di nozze. Ogni giorno arrivano almeno quattro coppie di sposini freschi freschi che varcano la soglia dell'albergo con un seguito di donne ululanti di tutte le età.

Perché qui, quando ci si sposa, si ulula. Come buon augurio, come atto scaramantico, come premonizione per la sposa: in fondo, tra poco, succederà qualcosa che lei (ancora) non sa cosa sia ma che la costringerà a emettere un qualche suono.

In quattro giorni di prigionia che volevasi forzata ma che ci siamo ostinati venisse spezzata nell'albergo più dorato della città, ci sono passate davanti una ventina di coppie. Lei era sempre giovane, se non giovanissima. A un paio avremmo dato meno di diciotto anni. Qualcuna, appena arrivata al banco del ceck in, con tutto il seguito di parenti sgargianti e gorgheggianti, era bianca come un cencio, tesa.

Del resto, c'è sempre la suocera di lei che controlla l'andamento del matrimonio. Tocca a lei accompagnare la coppia nella camera nuziale per controllare che le cose siano tutte a posto. La "cosa" piu' importante la controllerà il marito.

Nonostante l'Iraq sia un Paese del Medio Oriente composito, complesso e perfettamente abituato alle differenze religiose, nonostante gli orrori della guerra e la tendenza verso una progressiva iranizzazione del potere (non ancora dei costumi) alcune tradizioni tribali sono dure a morire. Noor, ventenne brunetta di Baghdad, laureata in cinematografia, ce lo dice senza peli sulla lingua: "Troppe ragazze, in questa società, hanno la bocca ben cucita e tante vengono sposate, quando non letteralmente vendute dalle famiglie, ancora bambine, a uomini molto più grandi di loro".

In questi casi, la certezza sulla loro verginità è totale. Ma anche ad altre età su queste cose non si scherza. Nella hall dello Sheraton Ishtar, verso le quattro del pomeriggio, gli sposini fanno la loro comparsa dopo la prima notte. Lui ha quasi sempre uno sguardo trionfante. Lei, pallida e vergognosa, ormai vestita da signora, non posa nemmeno per un attimo lo sguardo sullo staff dell'albergo. Lui tiene saldamente in pugno un sacco di plastica trasparente: l'abito da sposa è lì, strapazzato e sbattuto. Non sarà nemmeno il caso di conservarlo: lei si augura di non sposarsi mai più.

Così li vedi allontanarsi, in controluce, scontornati nell'aria sabbiosa della città. L'abito ballonzola nauseato nel pugno di lui. Lei è già passata dalla potestà del padre e quella del marito e questo è il segno di come tutto cambia affinchè tutto rimanga come prima.

Una storia già vista e sentita a Baghdad.

TAG CLOUD

Graphic Novels