La fine dell'età forte

 


I miei primi 40 anni era un film, andato in distribuzione nel 1987, con una svettante e bellissima Carol Alt per protagonista, che dava corpo al bilancio dell'educazione sentimentale di una nota contessa italiana. Nel mio immaginario di ragazzina - come ero allora - questa frase coincideva con una dichiarazione di prossima menopausa e, nello stesso tempo, di esternazione delle prodezze sessuali che si possono affrontare nell'età' delle cosce toniche e delle chiome che valgono.

Adesso che ci sono arrivata, più che con la Marina Ripa di Meana, concordo con la storica intellettuale e femminista Simone De Beauvoir che, parlando di età forte, scriveva: "Ero felice e questo, per il momento, mi bastava. Però no, non bastava. Non era affatto questo che mi ero aspettata da me” Cosa vuol dire essere felici ma, pur essendolo, non esserlo? Simone scrive:"Mi rimproveravo l’eccessiva facilità della mia vita; al principio mi inebriò, ma presto ne provai un certo disgusto” E non posso non essere d'accordo con lei. I trent'anni sono la concretizzazione carnale del superomismo: hai la certezza che ogni tuo passo sia foriero di passi successivi, che ciò che pianti allora crescerà vigoroso, sei certo che il corpo sia votato al piacere. La malattia è lontana, la morte non esiste.

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